Chiasso, prima replica al no di Como alla piattaforma logistica
Comune e Provincia lariani bocciano il progetto imperniato sulla stazione internazionale ritenendo che servirebbe soltanto alla Svizzera. Realizzare la bretella stradale da Monte Olimpino costerebbe 28 milioni di franchi
«Questo progetto non è affatto utile soltanto a Chiasso e al settore dei trasporti e delle spedizioni svizzeri. Serve l’intero ramo a cavallo della frontiera; quindi le imprese e il territorio comaschi tanto quanto quelli ticinesi». La prima replica alla bocciatura lariana dello studio preliminare di fattibilità di una piattaforma logistica imperniata sulla stazione internazionale di Chiasso giunge dalla Sezione Ticino dell’ Associazione svizzera dei trasportatori stradali. Se ne fa portavoce il vicepresidente Giorgio Canali, dopo la notizia che Comune e Provincia di Como hanno ritirato il finanziamento per progettare l’infrastruttura di base: il corridoio doganale per collegare direttamente l’autostrada A9 MilanoComo con lo scalo ferroviario chiassese, così da convogliarvi i camion di merci destinate al Ticino, al più vicino nord Italia e al trasbordo sui treni, separandoli dai Tir in transito su Brogeda.
Lo studio di fattibilità è stato fatto eseguire dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica su mandato della Camera di commercio di Como e di quella ticinese, del Cantone Ticino, del Comune di Chiasso e degli stessi Comune e Provincia di Como. Il documento è stato elaborato dal pianificatore chiassese Fabio Janner in collaborazione col professor Remigio Ratti, con la ditta Ecocontrol SA di Locarno, col dottor Mario Rezzonico e con l’avvocato Cosimo Andrea Vestuti di Como.
Gli esperti hanno concluso che la Piattaforma logistica transfrontaliera è opportuna e auspicabile per dare nuove possibilità di sviluppo alle attività a cavallo del confine puntando sul settore delle spedizioni. Inoltre che il corridoio doganale si può realizzare sia dal profilo tecnico sia da quello ambientale e, anzi, «è da incoraggiare fortemente» perché, velocizzando le operazioni doganali, permette di ridurre del 40-50per cento le emissioni di gas di scarico dei mezzi pesanti.
Lo studio di fattibilità è stato illustrato pochi giorni fa ai committenti. Comune e Provincia di Como non l’hanno però gradito e hanno fatto dietro front rispetto ai 15.000 euro che avevano previsto di stanziare per il progetto preliminare insieme con la Camera di commercio lariana. Ritengono che il corridoio doganale si rivelerebbe utile «solo agli svizzeri» mentre i lavori per costruirlo causerebbero gravissimi disagi viari a Ponte Chiasso. Andrebbe per altro ricordato che in Ticino lavorano 50.000 frontalieri e sono attivi 70 operatori della logistica che impiegano non meno di 600 persone residenti in Italia. Inoltre autotrasportatori e spedizionieri di entrambi i Paesi si sono organizzati con sedi di qua e di là del confine.
Il corridoio doganale è una bretella i 3 chilometri che si staccherebbe dall’ A9 all’altezza di Monte Olimpino e correrebbe a ridosso della collina del Penz per terminare a margine della stazione di Chiasso. Costerebbe 8,5 milioni di franchi per il tracciato in territorio elvetico e altri 19 milioni per la bretella di Ponte Chiasso. Fr.S.
IL CONCETTO Nell’elaborazione dell’ingegner Fabio Janner, camion «regionali» verso la stazione e Tir in transito instradati su Brogeda.
(fonte Corriere del Ticino)